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mercoledì 26 aprile 2017

Come evolverà il lavoro nel prossimo decennio

Sala dei Notari, Palazzo dei Priori, Perugia (foto di C. Pelagracci)
Post di Daniele Passerini



Segnalo un convegno che si terrà tra pochi giorni, in una delle più belle sale medioevali d'Italia (di fronte alla Fontana Maggiore di Piazza IV Novembre), nel centro storico del capoluogo dell'Umbria:

Lavoro 2025
come evolverà il lavoro nel prossimo decennio


venerdì 28 aprile p.v.

dalle ore 15.30 alle 20.00
c/o Sala dei Notari di Perugia

Nel corso del pomeriggio verranno illustrati e commentati i risultati di una ricerca scientifica realizzata con la collaborazione del noto sociologo Domenico De Masi (che interverrà al Convegno) ed il contributo di undici esperti della materia: Leonardo BecchettiFederico ButeraNicola CacaceLuca De BiaseDonata FrancescatoDiego FusaroFabiano LongoniWalter PasseriniUmberto RomagnoliRiccardo StaglianòMichele Tiraboschi.


I risultati dello studio sono già stati presentanti a Roma nel corso di una due-giorni tenutasi il 18 e 19 gennaio 2017 presso l'Aula magna del palazzo dei gruppi parlamentari. 
Per ulteriori informazioni si rimanda ai seguenti link:
  1. http://www.claudiocominardi.it/convegno-lavoro-2025/
  2. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2017-01-17/lavoro-2025-m5s-prova-ad-allungare-sguardo-064002.shtml?uuid=AExcYYB
  3. https://www.wired.it/economia/lavoro/2017/01/20/convengo-lavoro-2025-m5s/
  4. http://www.pagina99.it/2017/01/28/rapporto-lavoro-2025-movimento-5-stelle-beppe-grillo-occupazione-futuro-studio-masi/
L'evoluzione del lavoro nel prossimo decennio è un tema che ho molto a cuore e che è strettamente connesso al dibattito sul Reddito di Cittadinanza (da non confondere col Reddito d'Inclusione - RE.I. - di Poletti). L'espansione dell'I.A. e della robotica nei processi produttivi sono fenomeni epocali destinati a ridurre drasticamente e trasformare, ancor più di quanto stia già accadendo, il ruolo umano nel lavoro: è importantissimo che la politica si interroghi su come anticipare i tempi piuttosto che continuare a rincorrerli.

A proposito, per il 20 maggio p.v. il MoVimento 5 Stelle ha organizzato, dopo la marcia del 2015 (a cui dedicai un paio di post nel blog), una nuova marcia per il Reddito di Cittadinanza. Se qualche amico del blog volesse partecipare, è il benvenuto. Io ci sarò. Qui le informazioni sulla marcia:

14 : commenti:

Silvio Caggia ha detto...

Walter Passerini è un tuo parente o un caso di omonimia?

Daniele Passerini ha detto...

@Silvio
Non è un cognome raro il mio (cognomix conta 1472 famiglie Passerini in Italia)... che io sappia non siamo parenti.
P.S. Persino al liceo avevo un Don Passerini come insegnate di religione... e non eravamo parenti!!! :D

Alessandro Pagnini ha detto...

Argomento interessantissimo! Ne ho parlato più volte, recentemente. Purtroppo posso solo convenire con la gravità del problema, senza ancora poter contribuire alla sua soluzione. Andrà ripensato tutto il sistema economico, ma come?
E ancora non abbiamo neanche considerato la possibilità di un successo delle procedure anti aging. Immaginatevi uomini che vivono centinaia o migliaia di anni. Altro bel grattacapo!

Franco Sarbia ha detto...

Volevo scrivere un post sull'egemonia culturale decadente dell'egoismo più sfrenato a 80 anni dalla morte di Antonio Gramsci: domani 27 aprile 1937. Poiché il dibattito che apre questo post merita di essere seguito nei prossimi giorni e non può essere interrotto domani, lo propongo qui come contributo al tema del presente e del futuro senza dignità del lavoro.
Non amare mai nessuno come te stesso. Non amare nessuno. Ama solo te stesso. Amati. Sentiti veramente libera e donna vera, veramente te stessa con il pannolino che non si vede. Non t'importa nulla di quel che pensano gli altri di te, solo tu sai chi sei: originale e creativo, anticonformista, rivoluzionario. Solo tu sai quel che puoi e l’ottieni quando scegli l'auto giusta. Tu, impavido, sei parte di un'élite di amici della terra, di salvatori del patrimonio culturale. Non devi muovere un dito per loro, né andar per mare a rischiare la tua vita per salvare quelle degli altri: devi solo bere quell'amaro in loro compagnia e sarai un eroe. Ogni giorno la radio, la tv e la rete vomitano uno tsunami di coltissime, profondissime espressioni del nulla, per persuaderci a comprare la felicità, l’autostima, il successo sotto forma di pannolini, automobili, bevande, pensando a nessun altro che a noi stessi, a null’altro che al superfluo.
L’egemonia culturale del capitalismo finanziario per affermarsi incontrastato da ogni espressione collettiva di solidarietà tra gli oppressi ha bisogno dell’individualismo più sfrenato per distrarci dal vuoto crescente dell'essenziale. Non fu sempre così. Antonio Gramsci, del quale domani ricorre l’anniversario della morte, in “Americanismo e Fordismo” analizzò le finalità sociali della divisione capitalistica del lavoro, così bisognosa d’interazioni coordinate tra le mansioni parcellizzate della catena di montaggio, così bisognosa di omologare ed armonizzare i comportamenti individuali, familiari e aziendali, affinché le tensioni non fossero scaricate sul conflitto di classe. Perfino la Coca Cola, che a tutt’oggi si propone come modello di libertà era funzionale a tale disegno: successivamente imposto con il proibizionismo. Il rendimento degli operai che assieme al gavettino portavano al lavoro anche il vino, dopo pranzo crollava. Aumentava invece con una strepitosa impennata nella seconda metà delle oltre dodici ore di lavoro bevendo Coca Cola. Allora era composta di foglie di coca con il relativo principio attivo della cocaina, caffeina come eccitante, acido per accelerare la digestione e zucchero per pompare calorie nei muscoli: così dilatava le pupille, accresceva l'attenzione ed aiutava a spremere ogni goccia di fatica dagli operai bambini che affollavano la catena. Non è forse ancor oggi la bevanda preferita dai bambini, così ricca di aromi che generano dipendenza, ancorché sia ormai priva di cocaina? Quanto ci manca una mente come quella di Gramsci per emanciparci dall’ideologia decadente dell’egoismo assoluto che giova solo ai prepotenti, e fondare l’egemonia dei “produttori” sulla solidarietà e sulla giustizia sociale in una nuova stagione di lotte di classe che uniscano tutti i lavoratori, tutti i giovani senza futuro e tutti gli oppressi di ogni nazione.

Alessandro Pagnini ha detto...

E pensare che il mio rendimento fa schifo pure dopo il caffelatte! ;-)
Scherzo naturalmente, Franco. Bellissime osservazioni! :-)

Daniele Passerini ha detto...

@Franco
Mi sento un po' in imbarazzo perché il mio semplice post era un lancio alquanto "redazionale", mentre il tuo commento è pura poesia politica (perdonami l'ossimoro!) e avrebbe senz'altro meritato un post a parte.
Mi scuso anche di non poter dare - per ora - corda a qualcuno dei tanti spunti che mi verrebbe da riprendere del tuo commento... ho appena finito di ribadire a Mario alcuni "punti chiave" rispetto ai vaccini e alle "regole del blog"... e sono riuscito a farlo solo perché mi sono svegliato un'oretta prima della sveglia stamattina... la questione TEMPO per me si sta facendo sempre più delicata... per questo continuo ad invitare te e tutti gli altri affezionati a 22passi ad ADOTTARE il blog sempre di più... un abbraccio grande.

Unknown ha detto...

@franco sarbia
Io intitolerei così il tuo post:
"Dove la mente si connette al cuore"
Grandissimo.

Daniele Passerini ha detto...

@Franco
Il confronto tra il tuo modo di ricordare Gramsci e quello scelto da Ordini, è veramente impietoso. Per Orfini naturalmente.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/04/27/orfini-visita-la-tomba-di-gramsci-studente-lo-contesta-lasciatelo-in-pace-pd-ha-svenduto-il-comunismo-e-i-diritti-dei-lavoratori/3547411/

Daniele Passerini ha detto...

@Franco
Come avresti potuto descrivere meglio "l'egemonia culturale decadente dell'egoismo più sfrenato a 80 anni dalla morte di Antonio Gramsci"? In nessun modo.
Come avresti potuto dare un contributo migliore "al tema del presente e del futuro senza dignità del lavoro"? Idem.

Non amare mai
nessuno come te stesso.
Non amare nessuno.
Ama
solo
te stesso.
Amati. Sentiti veramente
libera e donna vera,
veramente te stessa con
il pannolino che non si vede.
Non t'importa
nulla di quel che pensano
gli altri di te, solo tu
sai
chi
sei:
originale e creativo,
anticonformista, rivoluzionario.
Solo tu sai
quel che puoi e l’ottieni
quando scegli l'auto giusta.
Tu, impavido,
sei parte di un'élite
di amici della terra, di salvatori
del patrimonio culturale.
Non devi
muovere un dito per loro, né
andar per mare a rischiare
la tua vita
per salvare
quelle degli altri:
devi solo bere quell'amaro
in loro compagnia e
sarai un eroe.


Lines, Skoda, Averna... come nomi di novelli demoni ai cancelli dell'Ade!
Voglio ancora semplicemente riportare le tue parole, perché rileggerle e meditarle vale più di ogni ulteriore commento...

Ogni giorno la radio, la tv e la rete vomitano uno tsunami di coltissime, profondissime espressioni del nulla, per persuaderci a comprare la felicità, l’autostima, il successo sotto forma di pannolini, automobili, bevande, pensando a nessun altro che a noi stessi, a null’altro che al superfluo.
L’egemonia culturale del capitalismo finanziario per affermarsi incontrastato da ogni espressione collettiva di solidarietà tra gli oppressi ha bisogno dell’individualismo più sfrenato per distrarci dal vuoto crescente dell'essenziale.

Non fu sempre così.

Antonio Gramsci, del quale domani ricorre l’anniversario della morte, in “Americanismo e Fordismo” analizzò le finalità sociali della divisione capitalistica del lavoro, così bisognosa d’interazioni coordinate tra le mansioni parcellizzate della catena di montaggio, così bisognosa di omologare ed armonizzare i comportamenti individuali, familiari e aziendali, affinché le tensioni non fossero scaricate sul conflitto di classe.
Perfino la Coca Cola, che a tutt’oggi si propone come modello di libertà era funzionale a tale disegno: successivamente imposto con il proibizionismo. Il rendimento degli operai che assieme al gavettino portavano al lavoro anche il vino, dopo pranzo crollava. Aumentava invece con una strepitosa impennata nella seconda metà delle oltre dodici ore di lavoro bevendo Coca Cola. Allora era composta di foglie di coca con il relativo principio attivo della cocaina, caffeina come eccitante, acido per accelerare la digestione e zucchero per pompare calorie nei muscoli: così dilatava le pupille, accresceva l'attenzione ed aiutava a spremere ogni goccia di fatica dagli operai bambini che affollavano la catena. Non è forse ancor oggi la bevanda preferita dai bambini, così ricca di aromi che generano dipendenza, ancorché sia ormai priva di cocaina?

Quanto ci manca una mente come quella di Gramsci per emanciparci dall’ideologia decadente dell’egoismo assoluto che giova solo ai prepotenti, e fondare l’egemonia dei “produttori” sulla solidarietà e sulla giustizia sociale in una nuova stagione di lotte di classe che uniscano tutti i lavoratori, tutti i giovani senza futuro e tutti gli oppressi di ogni nazione.


A me manca tantissimo.
Caro Franco, grazie ancora per aver scritto tutto questo.

bertoldo ha detto...

http://sport.tiscali.it/formula1/articoli/ferrari-raikkonen-no-primo-pilota/ rispetto all'olio con "additivi" se ne era discusso pure qua o mi sbaglio ? cosa mettono idrogeno nell'olio ?

Alessandro Pagnini ha detto...

@ Bertoldo

Il mistero dell'extra power di Mercedes, è uno dei più insondabili. Dicono che usino l'olio, in qualche maniera, ma non ho capito bene come. Boh....

Invece, per quanto attiene all'argomento della discussione, se mi avessero fatto certi discorsi 5 o 6 anni fa, mi sarei messo a ridere, pensando ad un neo-luddismo fuori stagione. Invece ora l'impressione è che la tecnologia avanzi in maniera così rapida, da spiazzarci completamente. Gli autisti hanno i lustri contati, gli interpreti pure, ma sembra che pure gli odontotecnici che si occupavano di creare corone dentarie, saranno senza lavoro. E pure i medici, quando non sanno a che santo votarsi per stilare una diagnosi, ricorrono a 'sistemi esperti' che già iniziano a sembrare dei novelli Dr. House. Per non parlare dei robot 'badanti' o da intrattenimento. E tutte queste novità aprono a loro volta altre possibilità in cui l'automazione può inserirsi, in un effetto valanga. Insomma, il problema mi pare serio, anche se alcuni continuano a pensare che in realtà si tratterà solo di migrare verso altre occupazioni, come accadde durante la rivoluzione industriale. Io la vedo diversamente e mi pare che l'esplosione tecnologica stavolta abbia caratteristiche e velocità tali che non potremo seguirne l'evoluzione. L'unico che sembra aver preso sul serio ciò che potrà in futuro accadere, è Elon Musk, che ipotizza che dovremo collegare il nostro cervello biologico ad uno artificiale, divenendo dei cyborg, per poter essere all'altezza delle nuove sfide imposte dalla AI. E naturalmente il buon Musk sta già iniziando a lavorarci su, da visionario qual è! :-)

Daniele Passerini ha detto...

@tutti
Erano anni che non vedevo un convegno riempire la Sala dei Notari come ieri. Ho preso un po' di appunti e ne farò - appena posso - un post... da mettere on line magari nel momento in cui verrà pubblicata la ricerca, a cura dell'onnipresente prof. Domenico di Masi e, se non ha capito male, da Marsilio Editore.
Ma ha proposito di come sta evolvendo il lavoro, ho conosciuto grazie al convegno di ieri due strumenti di una potenza incredibile... della serie "quanto avremmo fatto meglio e prima se quando abbiamo fatto quel lavoro avessimo potuto usare questa metodologia e/o questo software!"
Mi riferisco a
- METODO DELPHI
- GOOGLE PRESENTAZIONI
Seguendo il primo è stata realizzata la ricerca predittiva "Lavoro 2005".
Utilizzando il secondo sono state realizzate coralmente le slides del convegno di ieri e i conferenzieri hanno potuto interagire col pubblico - oltre che a voce - anche in chat in tempo reale.
Nel mio lavoro per esempio - penso per esempio alla preparazione di un Piano di Zona o alla semplice raccolta di dati (specie se quantitativi) da diversi soggetti (diversi Comuni, ASL, scuole, associazioni ecc.) - queste due cosette possono cambiarmi realmente la vita, facendomi fare le stesse cose che devo fare ora molto meglio e in meno tempo.
Non vedo l'ora di testarlo sul campo! :)

P.S. Se non sapete cosa sia un Piano di Zona vi lascio alcuni link di esempio:
http://www.edscuola.it/archivio/handicap/zona.html
http://www.distrettododicivallesabbia.it/servizi/menu/dinamica.aspx?idCat=685&ID=685&TipoElemento=categoria
http://sociale.regione.emilia-romagna.it/entra-in-regione/piano-sociale-e-sanitario/faq-sui-piani-di-zona-1

Silvio Caggia ha detto...

O.T.
Ho trovato questo indovinello matematico su Facebook:

Il 70,1% non sa risolvere questo problema:

14 / 10 / 2007 = 3.554.169
25 / 10 / 2007 = 3.102.709
8 / 12 / 2013 = 2.814.881
30 / 4 / 2017 = ?

Se ci riesci commenta e condividi!

https://m.facebook.com/groups/188386294959489?view=permalink&id=256372544827530

Daniele Passerini ha detto...

@Silvio
;-)

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