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venerdì 1 maggio 2009

1 Maggio: Festa del lavoro (e dello sciopero)

Il lavoro è un diritto. Che una società, o meglio un intero sistema sociale, non riesca a garantirlo a tutti, in sicurezza e dignità, è un fatto tristissimo.
Anche lo sciopero è un diritto, che serve proprio a rivendicare e ottenere regole di lavoro eque... forse troppe persone si sono dimenticate quante lotte e sacrifici sia costato ottenerlo. A proposito di scioperi, fantastico quello che sta succedendo in Kenya!

***

Le associazioni femminili annunciano una settimana di astinenza per richiamare l'attenzione sulla situazione del paese. 


Donne, sciopero del sesso per salvare il Kenya dalla guerra 
Alla protesta aderisce anche la moglie del primo ministro Odinga. Le prostitute pagate per non fornire prestazioni ai clienti.


(articolo di Francesca Caferri da www.repubblica.it)


SITUAZIONI straordinarie richiedono interventi straordinari. Deve aver pensato questo un gruppo di donne kenyane di fronte alla possibilità che il Paese sprofondasse, come giù accaduto a fine 2007, nella violenza politica. La soluzione che hanno trovato per scongiurare il possibile braccio di ferro fra il presidente Mwai Kibaki e il primo ministro - nonché rivale politico - Raila Odinga passa attraverso le lenzuola: una settimana di sciopero del sesso, per dare agli uomini il tempo e la possibilità di riflettere sulla crisi che rischia di riesplodere. "Questo boicottaggio è un modo per protestare contro i nostri leader e chiedere loro di prendersi la responsabilità del Paese", ha spiegato mercoledì a Nairobi Carole Ageng'o, presidentessa di un gruppo di supporto a donne e bambini, annunciando l'iniziativa alla stampa. "Vogliamo dare a ogni famiglia il tempo per parlare di come è guidato questo Paese e di quello che ognuno di noi si aspetta dal governo", le ha fatto eco Patricia Nyaundi, un'altra delle leader della protesta. Per evitare di vanificare lo sciopero, le donne - riunite in un cartello denominato G-10 - hanno annunciato che nella protesta saranno coinvolte anche le prostitute: quelle delle zone di Nairobi dove la prostituzione è più frequente saranno infatti pagate dalle associazioni femminili per astenersi dal fornire prestazioni ai clienti. In Kenya la tensione è alta da settimane: l'accordo fra il presidente Kibaki e Odinga, da mesi traballante, sembra aver raggiunto il punto di rottura. Odinga ha minacciato nei giorni scorsi di chiedere elezioni anticipate. Era stata proprio la contestazione da parte del movimento di Odinga delle elezioni del 2007 a portare agli scontri che per settimane avevano insanguinato il Paese, facendo circa 1.500 morti e 400mila sfollati. Solo l'intervento dell'ex segretario generale dell'Onu Kofi Annan era riuscito a fermare la violenza e a portare a un accordo i due rivali. Ora il "matrimonio di convenienza" - come lo hanno definito le donne - è arrivato al capolinea e il Kenya deve trovare una nuova formula se non vuole sprofondare di nuovo nella violenza politica. Riuscirà lo sciopero del sesso a dirimere i nodi sul tappeto? Oltre alle associazioni femminili, è anche la moglie del primo ministro Odinga, Ida, a scommettere che l'idea potrebbe funzionare. "Le voci delle donne devono essere ascoltate - ha spiegato al quotidiano The Standard, annunciando la sua adesione "al 100%" alla campagna - questa non è una punizione, ma un modo per mettere in evidenza la questione". La risposta della first lady Lucy Kibaki non è ancora arrivata, ma le donne promotrici dell'iniziativa sono fiduciose che anche da lei arriverà un sì: come la moglie del primo ministro infatti, la Kibaki è madrina di molte associazioni femminili. Non condividono l'ottimismo della first lady, invece, i lettori di The Nation, il principale quotidiano kenyota: la maggior parte dei commenti di quelli che hanno scritto al giornale dopo la pubblicazione della storia sono infatti negativi. "Una dimostrazione di strada sarebbe stata più efficace - scrive un lettore - l'unica cosa positiva che c'è in Kenya in questo momento è la vita dentro alle mura domestiche. Che senso ha toglierci anche quella?".

***


Sono davvero curioso di vedere se l'idea funziona: se il fronte delle scioperanti "tiene" e se i loro compagni si fermano davvero a riflettere un po'. Magari potesse diventare anche un modo per scongiurare le guerre! Potrebbero le donne di diverse nazioni o etnie coinvolte in conflitti, al di là di culture e tradizioni, essere realmente unite nel volere la pace? In un mondo in veloce trasformazione, dove in ogni caso strutture e ruoli di potere sono ancora tendenzialmente patriarcali, lo sciopero del sesso in Kenya non mi sembra una boutade: mi piacerebbe fosse un segnale di speranza per un futuro diverso. Insomma, visto che attorno a quella cosetta lì gira il mondo, perché non usarla per farlo girare un po' meglio!? ;o)

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