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lunedì 30 giugno 2008

Strada senza sfondo

4 : commenti
Foto scattata dal mio telefonino un anno esatto fa... purtroppo non ricordo più dove, ma credo in qualche cittadina dell'Umbria.
Potenza dell'allitterazione! Che ha preso un po' la mano agli estensori di questo simpaticissimo cartello... beh, vien proprio voglia di rimboccarsi le maniche per dare finalmente uno "sfondo" a questa benedetta strada senza prospettive!

venerdì 27 giugno 2008

Le parole smarrite

2 : commenti
Il 22/s ripartì dalla fermata di Via degli Orti, la terza dopo l’avvio dal capolinea. Come sempre Gianmarco Crusca s’accomodò al suo posto sulla ruota posteriore destra, perfetto per chi ama spulciare il mondo alla luce radente dell’alba. La signora con le trecce, con cui aveva scambiato il saluto quotidiano sotto la pensilina, sedette naturalmente a metà del lato sinistro. Gianmarco conosceva a memoria le abitudini dei suoi compagni di viaggio e ogni particolare del panorama da lì alla città. Entro pochi chilometri avrebbe guardato le aree coltivate capitolare sotto gli squilli di cemento della periferia, i cartelloni pubblicitari serrare compatti le fila, le discariche a cielo aperto e i capannoni industriali fatiscenti piangere la strage del bello, le strade riempirsi di fiumane svelte di ciclisti, di qualche motociclista e rari privilegiati a quattro ruote.
Alla fermata di Via del Ponte salirono il signore grasso, quello che scendeva in centro alla stessa fermata di Gianmarco, e la signora magra dalla faccia triste. Il signore grasso esclamò allegro nonostante la voce congestionata “Buongiorno, oggi ho un grande raffreddore!” e sottolineò la frase perfetta con uno starnuto a cui i passeggeri risposero un corale “salute”. La signora triste si sedette vicino alla signora con le trecce e cominciarono a parlare dei propri animali domestici: la prima descrisse le ultime pappe del gatto Bibo, la seconda quelle della cagnolina Lilli, uno degli argomenti d’allenamento più comuni tra le due signore.
A dispetto del traffico frenetico e scampanellante, che già cominciava a rallentarlo, il bus riusciva quasi sempre a rispettare l’orario e anche oggi verso le otto l’impiegato di concetto nonché grammatico di secondo ordine, Giammarco Crusca, avrebbe varcato il solenne portone del Ministero della Cultura, puntato il terzo piano, Sezione Ricostruzione Lingua Nazionale, raggiunto la sua stanzetta all’Ufficio Parole Smarrite. Questo implacabile miracolo di puntualità si ripeteva da lunedì a venerdì.
Curioso e innamorato di ogni parola riscoperta o di un suo uso inaspettato, lungo il tragitto Gianmarco osservava con attenzione il paesaggio in cerca di una nuova insegna. Nel giro di pochi minuti ne vide addirittura due. Dapprima la pubblicità di una bicicletta sportiva che recitava SIAT Giglio: viaggi bene, ti stanchi poco, costa meno di quel che pensi”. Restò affascinato dalla fantasia degli autori d’uno slogan tanto efficace, tra i migliori che avesse mai letto: aprì il taccuino degli appunti e lo annotò in bella calligrafia. Poi fu il turno della fresca affissione di una campagna di sanità pubblica: “Se ti droghi crederai di star meglio, dopo però ti sentirai molto male”. Sì, anche questa frase era discreta, forse un po’ troppo difficile. Ormai Gianmarco studiava il tredicesimo livello di rieducazione e non faceva testo rispetto alla media delle persone che viaggiavano con lui. Si chiese quanti di quegli occhi fossero capaci di cogliere messaggi così complicati. Non per niente era un paio di mesi che non provava più a coinvolgere gli altri pendolari nelle sue riflessioni mattutine; e sì che ce l’aveva messa tutta. In genere nessuno gli veniva dietro, se qualcuno lo faceva non capiva di cosa si parlasse.
Per sessant'anni si era paventata la terza guerra mondiale, terrorismo, apocalissi nucleari, guerre batteriologiche e pandemie, poi immancabilmente la realtà aveva superato ogni previsione. Quando a dicembre 2012 la gente aveva iniziato a dimenticare le parole non c’era stato tempo per alcuna contromisura: nel giro di poche settimane tutto il globo era stato colpito da quella forma inedita di amnesia selettiva. Allora Gianmarco aveva vent’anni, la metà di adesso. Ricordava bene il senso di confusione provato sfogliando il suo libro preferito senza più comprendere il significato delle parole stampate. Sapeva ancora leggere, intuiva la struttura della frase, distingueva verbi e soggetti, nomi e aggettivi, ma i significati erano divenuti vaghi e sfuggenti e le parole poco più che suoni. Le pochissime persone immuni, si diceva una su un milione, s’erano ritrovate in mano un potere indiscutibile e autonominate ai vertici della Federazione mondiale degli Stati-Nazione.
Tornò al presente: a Porta Sud era appena montata la donna sui trentacinque che giorno dopo giorno Gianmarco aspettava di rivedere, da quando quell’inverno era salita la prima volta. Lei trovò come di routine tutti i posti a sedere occupati, allora fece qualche metro, fino a stringere il corrimano accanto al posto di lui. Era solita ripetere sottovoce le parole studiate di buon’ora, l’ultimo mese però aveva preso a pronunciare espressioni e frasi ogni volta più complesse. Gianmarco si stupiva della velocità di tali progressi. La maggior parte delle persone si fermava al quinto livello di rieducazione, un vero e proprio muro per tutti, a lui erano serviti sette anni per abbatterlo!
“Tu sei davvero molto brava”. Da tanti giorni voleva dirle così e quando i loro sguardi s’erano incrociati le parole erano uscite di bocca di getto come uccelli dalla gabbia.
“Mi chiamo Stella...” lei s’interruppe cercando le parole, “abito a Porta Sud da cinque mesi, dipingo insegne, e mi piace il mio lavoro”. Sorrise felice e sollevata di avergli saputo dire tante cose di sé. E aggiunse: “A me piaceva ascoltare i tuoi discorsi”.
La mattina dopo Gianmarco, come si sedette al suo posto, occupò il sedile vicino per Stella.

(Scritto un paio di anni fa...)

giovedì 26 giugno 2008

Anagrammi di Giovanni Allevi

5 : commenti
Come ho spiegato in un precedente post, la mia esperienza mi porta a credere che gli anagrammi dei nostri nomi e cognomi (o per lo meno molti di loro) rappresentino molto più che un gioco d'enigmistica. Come esempio illuminante prendiamo Giovanni Allevi: ho anagrammato centinaia di persone, ma solo dalle sue quattordici lettere sono emersi anagrammi così pregnanti e con una tale corrispondenza con la vita della persona in questione. Come dire: a persona speciale corrispondono anagrammi speciali! La vigna e il vino! Qui c'è simboleggiata tutta la ricchezza, l'abbondanza, la completezza dell'ispirazione di Allevi: dal grappolo di note che nasce tra le sue dita, come uva raccolta a vendemmia sulla partitura, fino a diventare il vino musicale che c'inebria. Vai in ogni valle! E infatti Allevi ha fatto e continua a fare concerti in tutto il mondo. Le navi o navigli. Ancora l'immagine del viaggio... ma la nave è anche simbolo dell'utero, quello cosmico da cui sgorgano i suoni che il compositore ispirato ascolta e trascrive. Vela in naviglio. L'idea del viaggio della nave qui si arricchisce della vela gonfiata dal vento, simbolo del soffio divino che ci spinge nella vita. Violini, lavagne... Violini come simbolo della musica, lavagne come simbolo universale di qualcosa su cui si scrive e disegna... lo schermo nero che vediamo chiudendo gli occhi e su cui possiamo visualizzare le immagini della mente, fino ad arrivare sul foglio del pentagramma. Invia il Vangelo!!! La musica di Allevi, proprio come una buona novella, è un toccasana per l'anima. Vangeli in viola. Il viola è il colore del chakra della corona, il colore della spiritualità; e la frequenza viola vibra anche nel nome del nostro musicista marchigiano. Vi invia l'Angelo!! No comment!

Grazie Giovanni!

0 : commenti
Ora Posso dire che ogni cosa può iniziare, perché soltanto a noi sta la prima mossa: concepire un'idea sorretta dall'emozione.
(G. Allevi)

Qualche sera fa, in 4 ore e mezza, ho divorato l'autobiografia di Giovanni Allevi, La musica in testa pubblicato da Rizzoli (2008)
. Un libro un po' magico, testimonianza scorrevole di una vita fuori dalla norma e dentro la musica, sin dai giorni vissuti da bambino.
Questo folletto marchigiano ha sconvolto le gerarchie della musica classica. Certo non è l'unico personaggio del genere. Mi viene in mente ad esempio Nigel Kennedy, il "violinista punk", un grande esecutore capace di passare dalla classica al rock senza alcun imbarazzo.
Ma Giovanni non solo è un ottimo pianista, è soprattutto un grande compositore, la cui musica sa suscitare forti emozioni in un pubblico quanto mai vasto. Qualcuno potrà storcere il naso su come Allevi si sia trasformato in un fenomeno di massa, fatto sta che tantissimi giovani abituati ad ascoltare musica rock, pop, tecno, improvvisamente hanno aperto le orecchie a una musica contemporanea che parla il linguaggio della tradizione classica. E questo non può che essere un bene. Anche io, come ho già scritto negli altri post che gli ho dedicato e che intendo ancora dedicargli (per questo ho aggiunto al blog un'etichetta Giovanni Allevi con cui visualizzarli tutti insieme direttamente) sono stato conquistato dalle sue note, dalla sua semplicità, dal suo spirito che cammina sul filo tra genialità e follia, col cuore aperto alla vita del Matto dei Tarocchi.
Consiglio senz'altro la lettura de La musica in testa. A chi ha il dubbio: ma Allevi "c'è o ci fa"!? A chi vuole scoprire con quanta determinazione, coraggio, sacra incoscienza (e la fortuna degli audaci) sia diventato il pianista e il compositore contemporaneo più famoso al mondo. A chi semplicemente ama le storie vere che hanno il gusto delle favole.

P.S. Nell'immagine
l'autografo che Giovanni ha dedicato a mia figlia Arianna, sei giorni fa ad Assisi, sul suo ultimo CD (il primo sinfonico) Evolution.

mercoledì 25 giugno 2008

Semplicità

0 : commenti
Amai trite parole che non uno osava.
Mi incantò la rima fiore amore,
la più antica difficile del mondo.
(Umberto Saba)


Concordo totalmente... e lo sottolineo con questo haiku che mi è venuto proprio adesso:

La semplicità:
chiave della poesia

che piace al cuore.

martedì 24 giugno 2008

Una bici rosso sangue

2 : commenti
Racconto breve scritto di getto, in forma epistolare.
Roma, 24 giugno 1984
Cara Anna, mi dispiace di come s'è conclusa la nostra ultima telefonata: di fronte alle tue accuse ho perso la pazienza. Perciò ti scrivo ora, con calma, per chiarire come sono andati veramente i fatti... La primavera scorsa Lucia mi fa capire che vorrebbe una bici nuova. Allora ti telefono e ti propongo di comprargliela insieme (la mamma e il papà) per il suo undicesimo compleanno. Mi rispondi di no, che lì da te avete il garage pieno di bici. In particolare ci sarebbe la tua bici nuova che lei può usare, anzi Lucia l'ha già presa un po' di volte e le ha rotto il cambio, va solo aggiustata. Son tutte cose che mi hai detto tu. Di lì a poco - e ricordo la scena come fosse ora, la stavo accompagnando alla lezione di danza - ne parlo con Lucia e le dico che HAI PERFETTAMENTE RAGIONE: è inutile comprare un'altra bici. La cosa migliore è riparare il cambio della tua e usare quella. LUCIA CI RIMANE MALE, comincia a fare le sue classiche lagne, che la tua bici e brutta, che non le piace per niente e si vergogna di andarci, che ne vuole una nuova. Allora la sgrido: è una grande viziata, non si possono buttar via i soldi per un capriccio e la cosa più giusta da fare è aggiustare e usare la tua bici. DI FRONTE A LUCIA HO SOSTENUTO LA TUA STESSA OPINIONE (per lo meno quella che allora mi avevi espresso al telefono) a costo di farle mettere il muso. Veniamo al presente. Qualche giorno fa mi dici casualmente che per compleanno, tu, Andrea, e i vostri genitori le comprerete tutti insieme una bicicletta nuova. ME NE STO ZITTO ma certo un po' ci rimango male, perché l'idea era partita da me e tu mi avevi escluso che quello potesse essere un regalo per il suo compleanno. Ho cose più serie a cui pensare e la cosa scivola nel dimenticatoio. Oggi Lucia mi racconta che ieri è stata con voi a scegliere la bici, una bella bici tutta blu. Beh, mi aspettavo che fosse tutta contenta, invece sembrava soprattutto trattenersi dal rivelarmi qualcosa: alla fine mi dice tra i denti che a lei piaceva di più un'altra bici, rossa, ma quella non si poteva comprare. Immagino che sia per una questione di prezzo, così le chiedo se per caso sa quanto costasse di più la bici rossa. Mi risponde, cinquantamila lire. Allora mi viene spontaneo dirle che se il problema sono solo le cinquantamila fuori bilancio le avrei aggiunte io e sarei entrato tra quelli che che le regalavano la bici. Del resto - e Lucia questo se lo ricorda benissimo - l'idea di questa nuova bici per il suo compleanno era stata mia. La riaccompagno a casa da te, ma vedo che s'è fatto tardi e non ho tempo per citofonarti: dico a Lucia che ti telefonerò per farti questa proposta. Arrivo a casa e sento il telefono squillare. Corro, rispondo, e sei tu partita in quarta: che razza di idee ho messo in testa a Lucia...? non devo permettermi più... ti metto in cattiva luce di fronte alla bambina... ecc. Provo a dirti quello che ti ho scritto ora in questa lettera ma mi rispondi: 1) CHE NON E' VERO CHE TI AVEVO PROPOSTO DI COMPRARE INSIEME LA BICI A LUCIA; 2) CHE NON RICORDI NEMMENO DI AVERMI MAI DETTO DELLA TUA BICI NUOVA COL CAMBIO ROTTO... A QUESTO PUNTO DELLA TELEFONATA FRANCAMENTE COMINCIANO A GIRARMI E FUMARMI e visto che - nonostante ci provo - non c'è verso di farti ragionare, che non mi ascolti, che non mi fai parlare, che insisti ad accusarmi di cose che non si reggono, allora scoppio! Mi sale il sangue alla testa, ti do della MATTA (ti stavi comportando da tale) e tu t'arrabbi che ti do della matta! La conversazione ha oramai preso una bruttissima piega e continui a non darmi modo di chiarire né io ho più la lucidità per farlo: allora piuttosto che sorbirmi ancora le tue recriminazioni ti mando dove ben sai e sbatto giù la cornetta! Questi sono i fatti. Ribadisco che NON HO IN ALCUN MODO VOLUTO METTERTI IN CATTIVA LUCE DI FRONTE A LUCIA: mi è testimone Dio e la mia coscienza. E aggiungo anche il buonsenso. Ribadisco per l'ennesima volta che credo sarebbe utile vederci ogni tanto (vederci, non sentirci per telefono, al citofono, o scrivendoci qualche lettera... non è la stessa cosa) per confrontarci su come vediamo crescere nostra figlia e accordarci rispetto a tante cose che riguardano la sua educazione: fosse anche solo un paio di volte all'anno, però farlo davvero, in un luogo neutro come un bar o una pizzeria. E va benissimo anche in presenza del tuo nuovo compagno (è una persona con cui si ragiona bene) o di un'altra persona di nostra fiducia... se ti creasse disagio star da sola in un posto pubblico con me. Non è un mio bisogno, è una necessità che sento rispetto a Lucia. Anche l'episodio di oggi mi conferma che sarebbero utili questi incontri. Tu mi dici d'essere convinta che faccio di tutto per screditarti di fronte a Lucia. Tu puoi anche non crederci ma in tutta onestà cerco di fare esattamente il contrario. Questo ovviamente non lo faccio per te. Ma lo faccio per lei. Voglio che cresca serena. Certo, non lo nascondo: ci sono tante cose che vorrei raccontarle, di quel che è successo VERAMENTE tra noi, dei motivi per cui ci siamo separati... quando ti sei innamorata di Andrea e nel giro di poche settimane hai scelto di lasciarmi; ma nemmeno il giorno che diventerà maggiorenne me la sentirò di spiegargliele... un po' di anni più in là, quando la sentirò diventata davvero matura, allora sì. Il tempo, si sa, è galantuomo.

domenica 22 giugno 2008

Intermezzo

1 : commenti
Domenica VENTIDUE giugno... Gran Premio di Francia di Formula 1: podio tricolore con doppietta di due monoposto italiane (Ferrari) e un pilota italiano (Iarno Trulli) al terzo posto. In Moto GP a Donnington vince una moto italiana (Ducati) e un pilota italiano (il solito Valentino Rossi) al secondo posto. Quarti di finale degli Europei di calcio: Italia-Spagna 3-5 ai rigori... forse era pretendere troppo che si vincesse pure lì! Dal blog di un'amica mutuo questo giochetto: si digitano le risposte alle seguenti 16 domande su Google-immagini e si inserisce la prima immagine che esce fuori dalla ricerca! Buonanotte. 1) L' età del mio prossimo compleanno

2) Un posto che vorrei visitare

3) Il mio oggetto preferito

4) Il mio posto preferito (N.B. digitando su Google-immagini "in cima a un monte" mi è venuta fuori questa alcova d'albergo... diavolo di un inconscio digitale!!!)

5) Il mio cibo preferito

6) Il mio animale preferito

7) Il posto dove sono nato (ma siamo sicuri che questa è L'Aquila!?)

8) Il mio colore preferito

9) Il posto dove vivo

10) Il nome dell'animale domestico che ho (ho digitato "non ho animali domestici" e questo è il risultato!)

11) Il mio nick sul blog (sul blog non uso un nick ma il mio vero nome... ma quelli che uso più spesso sono acquaefuoco e 22passi: ed ecco nell'ordine cosa restituisce Google-immagini)

12) Il mio vero nome (al primo posto esce un'immagine dell'esposizione Donne di Vrindavan fatta a Perugia, al secondo posto ci son proprio io, all'esposizione di Spoleto)

13) Il nome della mia nonna materna

14) E quello della mia nonna paterna

15) La mia brutta abitudine ("dimentico i compleanni!")

16) La mia vacanza preferita

Buon viaggio InfoJò

0 : commenti

Finalmente - questa volta assistiti da un tempo perfetto - siamo riusciti ad inaugurare InfoJò il servizio di animazione territoriale e promozione della salute itinerante dell'Ambito Territoriale n. 3 dell'Umbria.























Nell'occasione sono intervenuti gli assessori ai servizi sociali (da destra a sinistra nella foto) Moreno Massucci del Comune di Assisi, Federica Trombettoni del Comune di Cannara, Federico Pagliari del Comune di Valfabbrica che, anche a nome dei colleghi di Bastia Umbra e Bettona impegnati in altri eventi pubblici, con giustificata soddisfazione hanno presentato alle cittadinanze il nuovo servizio.



Esprimo un grande grazie a Massimiliano della Coop. ASAD di Perugia, a Laura e Cristian della Coop. La Goccia di Bastia Umbra, che hanno dato il massimo per la buona riuscita della manifestazione. Grazie anche a Pierluigi dell'Associazione Culturale Una Musica Migliore di Assisi, a Stefan e Sandro della Acoustic Light di Assisi, alla Pro Loco di S. Maria degli Angeli.




































E veniamo ai protagonisti della serata. Grazie ai ragazzi del progetto Peer Education (nella foto alcune delle ragazze) che hanno aperto con disinvoltura e professionalità la serata presentando una serie di filmati da loro realizzati che sono stati applauditi a lungo, in particolare il video su quella che oggi è la vera trasgressione: stare bene!






















Grazie infinite ai gruppi musicali che sono intervenuti: The Bluwig, Disequilibrium, Spring Rolls (nell'ordine nelle foto che seguono).

Chi volesse ripercorrere il cammino di InfoJò su questo blog deve solo cliccare sull'etichetta "Infojò" in calce.

sabato 21 giugno 2008

21 giugno: è arrivata l'estate...

1 : commenti

...e ce ne siamo accorti!!!


Per approfondimenti:
www.meteogiornale.it

20 giugno 2008 con Giovanni Allevi ad Assisi

0 : commenti
Stiamo tornando nel Rinascimento italiano, dove l’artista deve essere un po’ filosofo, un po’ inventore, un po’ folle, deve uscire dalla torre d’avorio e avvicinarsi al sentire comune."

(Giovanni Allevi)

Convincente e coinvolgente la performance messa in campo da Giovanni Alle
vi e l'Orchestra de I Virtuosi Italiani poche ore fa sul sagrato della Basilica superiore di S. Francesco ad Assisi. Son giorni che mi sento il cuore "chiuso" e la musica di Giovanni era quel che mi ci voleva per sciogliermi un po'.

La svolta sinfonica di Allevi è un vero e proprio work in progress: l'evoluzione artistica di questo elfo planetario del pianoforte è in continuo movimento e solo il tempo ci dirà se lo porterà a planare sulla composizione di colonne sonore per Hollywood oppure a dare un sostanziale impulso alla Musica Contemporanea, rendendola un genere "di massa" e riconciliandola con l'ascoltabilità della grande Musica Classica. Di primo acchito nelle partiture per orchestra di Allevi sento l'eredità di George Gershwin, Leonard Bernstein, Philip Glass... ma sopra tutto l'irrefrenabile musicalità senza confini targata Allevi, che abbiamo già amato nelle composizioni per pianoforte dei suoi precedenti lavori, che lega insieme ricchezza compositiva (e virtuosismo) con facilità di ascolto (e trasversalità di generi). Se col piano Giovanni dipinge incantevoli affreschi, con l'orchestra spazia trionfalmente in tutte le tre dimensioni e scolpisce mondi sonori capaci sempre di rapire in alto l'anima.

A essere franco, l'ascolto di Evolution, comprato (sulla fiducia!) il giorno stesso in cui è uscito, mi aveva lasciato più freddo rispetto alle emozioni fortissime provate ascoltando gli altri suoi dischi, in primis No concept e Joy. Tant'è che a diverse persone avevo detto che mi piaceva più l'Allevi che componeva per solo piano che l'Allevi sinfonico.
Dal concerto di Assisi ricavo il forte sospetto che la riproduzione digitale, CD o mp3 che sia, soffoca terribilmente la carica vitale di queste sue nuove composizioni... alla registrazione ascoltata sullo stereo dal CD originale do 7 e mezzo, all'esecuzione dal vivo devo dare minimo 9! Ma è una considerazione che vale per la musica d'orchestra in generale: si adattava più facilmente ai solchi "imperfetti" dei vecchi vinili che ai suoni "sintetici" dell'era digitale.

Bravo Giovanni, continua a stupirci così!

Avevo promesso a mia figlia di farla parlare con lui. Da parte mia ero già riuscito a incontrare Giovanni in occasione dei concerti a Spello (2007) e Perugia (2008) - prima o poi mi deciderò a raccontarlo - però oggi ad Assisi il servizio d'ordine era particolarmente rigido: c'è voluto un pizzico di fortuna (nelle sembianze del Sindaco di Assisi Ricci e dell'Assessore alla cultura Paoletti) nonché il guizzo di coglierla al volo per tenere fede alla mia promessa.

Tutto bene quel che finisce bene dunque. Oltre ad avere soddisfatto il senso dell'udito, ho
collezionato qualche scatto discreto con la mia Nikon D80 e così, dulcis in fundo, ecco pure la foto di Giovanni insieme alla mia emozionatissima figlia.

Si è fatto tardi... ora a nanna.

Aggiungo un video "ufficiale" dove Allevi spiega com'è nato Evolution (in sottofondo l'esecuzione di Whisper).



giovedì 19 giugno 2008

Le donne sposano i bravi ragazzi ma impazziscono per i bastardi!

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Ecco la solita pseudo-psicologia estiva spiccia, pubblicata in questo caso sul Corriere della Sera. Beh, però in effetti il discorso torna, al di là del luogo comune in cui sguazza questo articolo! Insomma, se fossi una donna, letto l'articolo che segue mi sentirei... come minimo un po' incavolato con la mia testa, col mio cuore e col mio utero! Care amiche, proprio finché avranno tutto questo successo continueranno ad esistere gli uomini che vi cercano soltanto per divertirsi... imparate a scegliere meglio, o per lo meno se volete un figo bello e misterioso alla Sean Connery accettatene pure le probabili conseguenze!


Perché i «cattivi»
seducono di più


Narcisismo, impulsività
e «machiavellismo»

fanno breccia.

Il rappresentante tipico è James Bond

MILANO - L'avevamo sempre sospettato e adesso la scienza lo conferma. La cattiveria paga, almeno con le donne. Secondo uno studio condotto da ricercatori internazionali guidati dallo scienziato Peter Jonason, della «Mexico State University» di Las Crucis e ripreso dal settimanale New Scientist sarebbero proprio gli uomini «cattivi» ad attrarre il maggior numero di donne. Il motivo? Una triade di caratteristiche psicologiche negative come il narcisismo ossessivo, l'alta impulsività e l'abilità nell'essere manipolatori e machiavellici renderebbe gli uomini stile James Bond fortemente affascinanti tanto che anche le donne più belle non riuscirebbero a resistere

TRIADE NEGATIVA - I cattivi non solo appaiono più seducenti alle donne, ma hanno anche una vita sessuale più intensa: «Lo studio conferma - ha spiegato il professore Jonason al New Scientist- che persone con queste tre caratteristiche possono rappresentare una strategia evolutiva di successo». Lo studio ha preso in esame i test condotti su duecento studenti universitari nei quali erano evidenziati i tre tratti psicologici negativi. Ai ragazzi tra l’altro sono state formulate diverse domande sulle loro abitudini sessuali e sul numero di partner che avevano avuto nella loro vita. Infine essi hanno dovuto chiarire se preferissero storie brevi o relazioni stabili. I risultati della ricerca, presentata nel corso di un convegno della «Human Behavior and Evolution Society» a Kyoto in Giappone, ha confermato che gli studenti con i tre tratti psicologi negativi più marcati erano anche quelli che avevano avuto nella loro breve vita più partner sessuali. La maggior parte dei «ragazzi cattivi» ha del resto ammesso di preferire relazioni brevi, ma intense a lunghi rapporti monogami.

IL PROTOTIPO DI UOMO CATTIVO - Il cinema ci ha offerto diversi personaggi che si avvicinano a questo prototipo di uomo «cattivo», da James Dean a Jean Paul Belmondo, ma secondo il professor Jonason James Bond è quello che meglio rappresenta questo tipo di persona, perché racchiude in sé tutti e tre i tratti psicologici negativi: «Egli è chiaramente antipatico, ma è molto estroverso, ha un'estrema curiosità, uccide le persone e ha sempre tante donne» conferma Jonason. Lo stesso studioso afferma che le persone che nella vita reale sono simili a James Bond, seducendo una donna dopo l'altra, avranno un'intensa vita sessuale e naturalmente avranno più possibilità di avere figli. Tuttavia, date le loro caratteristiche negative, sfuggiranno sempre all'idea di diventare padri. Uno studio parallelo, condotto su un campione di 35 mila persone in 57 paesi dallo scienziato David Schmitt della «Bradley University» di Peoria, nello stato dell'Illinois (Usa) confermerebbe le intuizioni di Jonason. Lo studio dimostrerebbe il legame tra le tre caratteristiche negative e il successo riproduttivo negli uomini. «Nelle diverse culture è universalmente riconosciuto che gli uomini che possiedono questi tre tratti psicologici negativi hanno più possibilità di accoppiarsi» afferma Schmitt. «E di riuscire ad avere tante brevi relazioni con diverse donne».

Francesco Tortora
19 giugno 2008

E i bravi ragazzi? Per loro viene in soccorso un altro studio (ma questi ricercatori non hanno niente di più serio di cui occuparsi?!) citato in conclusione di un altro articolo - molto simile - riportato sul sito di La Repubblica:

In soccorso dei bravi ragazzi, un'altra ricerca. Secondo una psicologa della University of Central Lancashire, anche se le donne scelgono gli uomini più inaffidabili per le relazioni più focose ma di breve termine, è degli uomini più affidabili e pieni di attenzioni che tendono ad innamorarsi. Con loro finiscono per mettere su famiglia. E questa sì che è una scoperta.

martedì 17 giugno 2008

Kafka e la "vera via"

1 : commenti
"La vera via passa sopra una corda che non è tesa a grande altezza ma appena al di sopra del terreno. Sembra fatta più perché la gente vi inciampi che non perché vi cammini sopra".

(Franz Kafka)

Citazione fantastica, direi metafora perfetta, inserita in Piccolo breviario zen (David Schiller, Sonzogno, Milano, 1994). Mi piace tanto: sicuramente riprenderò questa immagine per un post di ampio respiro... ora via in ufficio!

Nella foto: opera di carta di Teresa Ciulli.

Goliardata pro Firefox 3!

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Per 24 ore non sono riuscito ad accedere a nessun blog di blogger (compreso il mio naturalmente), stamane sembra tutto risolto. Giusto, giusto per suggerire al volo prima di correre al lavoro una bella goliardata... in Italiano, Inglese, Spagnolo, Francese, Tedesco, Giapponese, Polacco, Portoghese, Russo, Cinese, Farsi: affossiamo Microsoft Explorer e scarichiamoci Firefox 3 (spero ci sia già la versione per Mac)! Ringrazio l'amica che mi ha dato la dritta.
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