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lunedì 10 settembre 2007

L'arte della gioia di Goliarda Sapienza

L'arte della gioia è un libro speciale: il capolavoro di Goliarda Sapienza (Catania, 1924 – Roma, 1996) e probabilmente della letteratura italiana del '900. Pubblicato postumo nel 2000 è diventato in breve un autentico caso letterario e si annuncia, meritatamente, come un successo clamoroso. Il romanzo, raccontando la vita di Modesta, sua indimenticabile protagonista, ripercorre anche la storia d'Italia del '900 (non a caso l'autrice ha voluto che Mody nascesse il 1 gennaio 1900) e lo fa offrendone una visione forse troppo moderna rispetto alla coscienza media del XX secolo, se è vero che il manoscritto fu rifiutato e snobbato per 20 anni e solo con l'arrivo del XXI secolo è venuto alle stampe ed ha raccolto il giusto riconoscimento di critica e pubblico.

Lascio in calce il link a Wikipedia per conoscere i dati essenziali della vita di Goliarda Sapienza e i link a tre recensioni che ho selezionato in rete.

Da parte mia posso ribadire che L'arte della gioia mi ha emozionato e sorpreso: non immaginavo che qualcuno potesse avere scritto un'opera talmente spiazzante, ricca, appassionante, proprio qui in Italia, proprio negli anni in cui ero un bambino (Goliarda Sapienza ha scritto il romanzo dal '67 al '76).

L'arte della gioia comincia con questo attacco folgorante:
"Ed eccovi me a quattro, cinque anni in uno spazio fangoso che trascino un pezzo di legno immenso. Non ci sono né alberi né case intorno, solo il sudore per lo sforzo di trascinare quel corpo duro e il bruciore acuto delle palme ferite dal legno. Affondo nel fango sino alle caviglie ma devo tirare, non so perché ma lo devo fare. Lasciamo questo mio primo ricordo così com'è: non mi va di fare supposizioni o d'inventare. Voglio dirvi quello che è stato senza alterare niente."
Dopo di che l'autrice, con una scrittura veramente assoluta, trascina il lettore a scoprire la storia avventurosa di una donna che non si accontenta di recitare il ruolo assegnatole dalla sua nascita ma che decide, sin da bambina, di sceglierselo da sé, utilizzando le proprie risorse interiori e tutto ciò che il destino le porta, in gioia e in sofferenza, non sfidando bensì andando oltre le regole, le convenzioni, le convinzioni di seconda mano a cui le persone “normali” si piegano o adattano.
Modesta è un personaggio che vive intensamente, senza fuggire le prove e le sfide che le si presentano, cercando continuamente un equilibrio tra emozioni, corpo e pensiero e dimostrando in definitiva di essere riuscita a trovarlo.

Il ritmo narrativo è serrato, ogni capitolo è un cammeo che aggiunge particolari e dettagli ad una costruzione la cui prospettiva via via si alza, coglie nuovi orizzonti, si fa epica. I romanzi sono più d'uno, incastonati uno dentro l'altro: il racconto dell'esistenza di Modesta, l'epopea di una casata siciliana, la storia d'Italia attraverso le lotte politiche che insanguinano il '900. Ma è tutto il mondo e in particolare l'Europa a respirare dentro L'arte della gioia: il processo di emancipazione della donna, la diffusione del pensiero socialista e comunista, la rivoluzione culturale guidata dalla psicanalisi, la liberazione sessuale ecc.
Il ritmo rallenta solamente in corrispondenza della parte che percorre il ventennio fascista – penso non sia un caso – per ripartire nuovamente con l'arresto della protagonista, il suo invio al confino e la seconda guerra mondiale, e decollare ancora per altri voli tutt'altro che pindarici, dalla guerra di liberazione, alla ricostruzione, fino agli anni '60.

Che tutto questo ben di Dio risulti anche una lettura piacevole, avvincente e coerente è il segno del genio, della bravura e del grande cuore di Goliarda Sapienza.

15 : commenti:

danDapit ha detto...

Bello ciò che hai scritto su Goliarda e su "L'arte dela gioia"!

L'articolo di Manuela Vigorita, è su "Buddismo e Società" una rivista bimestrale della Soka Gakkai italiana, e "Larte della goia" non poteva mancare a fianco del Sutra del Loto, "altra arte" per far emergere la felicità dalla propria vita!

Anche io avevo postato questi link, e in aggiunta avevo trovato un'intervista a Goliarda qualche anno prima della sua scomparsa su un blog di Ispica!
(il link è sul mio post, ma ancora non sapevo creare i link, perciò occorre cliccare sul titolo)
CIAO!!! ^_^

Anonimo ha detto...

Ma veramente vi è piaciuto questo libro?io l'ho trovato insopportabile, non ci ho visto niente di moderno figuriamoci di tragressivo,nelle scene di sesso i protagonisti in particolare i partner di Modesta sembravano dei minorati mentali!ma avete presenti i dialoghi?"ora ci tramortiamo insieme"(per dire provavano ad avere l'orgasmo)...ahahah non finivo più di ridere!altro che carnalità,in ogni pagina si faceva filosofia.E poi dai non si possono scrivere 600 pagine di una cosa così, io non l'ho finito,a un certo punto ho cominciato a saltare di qua e di là se no mi sarei addormentata, d'altra parte Pennac ci ha insegnato i diritti del lettore, no?:)
Linda

Daniele Passerini ha detto...

Be' Linda, i libri sono come gli esseri umani: possono risultare affascinanti o indisponenti, anche a prescindere da loro stessi, semplicemente in base al momento e alle circostanze in cui ci si presentano. A me "L'arte della gioia" è piaciuto tantissimo e mi ha dato tanto, nonostante di solito non ami libri di tali dimensioni e pretese letterarie... non avrei potuto saltarne nemmeno una riga prima di arrivare alla fine! L'unica parte che ho trovato pesante è stata quella ambientata nel ventennio fascista... ma credo proprio non sia un caso: brava l'autrice! Inoltre è un'opera che trasuda "sicilianità", qualità che in genere non mi esalta, ma che in questo caso ho trovato squisita... sono negato in vernacoli meridionali, però credo che quel "ci tramortiamo insieme" vada colto in tale contesto.

P.S. E nel mio piccolo, ho notato che pure i libretti che ho scritto c'è chi li adora e li trova profondi, chi li reputa vuoti e insulsi. Va bene così! :)

Anonimo ha detto...

Sono molto d'accordo su quello che dice Daniele paragonando i libri agli esseri umani. io mi chiamo Giovanna Providenti e sono l'autrice della biografia di Goliarda Sapienza, ancora senza editore. Visto che mi trovo volevo polemizzare coi recenti recensori(La Stampa, Repubblica, Il sole 24 ore, Elle) di L'arte della gioia che, a differenza di chi scrive in questo blog, mostrando di non avere letto il libro e fanno molta confusione tra la protagonista del romanzo, Modesta, e la sua autrice, Goliarda. Il personaggio di Modesta - persona libera, la cui libertà non è mai ideologica, ma passo passo scaturita da una ricerca profonda di autenticità - è l'esito di una lunga ricerca esistenziale della sua autrice che attraverso la letteratura elabora un percorso di profonda consapevolezza personale che le fa arrivare a comprendere Eros come una componente e una forza vitale presente in ognuno di noi che va valorizzata, recuperata e non repressa. Non è vero che Modesta sia spregiudicata o scandalosa: lei è come è: una persona che riesce a non farsi tarpare le ali dai condizionamenti sociali, dai moralismi, da inutili ideologie che impediscono di vivere pienamente e reprimono le emozioni, sbiadiscono i sentimenti. In un passo del romanzo Modesta dice che con tutto quel latte che le davano la mattina al convento le stavano annacquando il sentimento forte. Modesta è una che ha il coraggio di viversi le emozioni e di provare sentimenti. Anche la vita di Goliarda è attraversata da questo coraggio, ma con delle importanti differenze che l'hanno portata davvero ai bordi del pozzo, non per finta come la guardinga, e fin troppo freddamente perspicace e strategica Modesta (Goliarda non era per niente così). Tante altre cose vorrei dirvi su Goliarda e sul perchè io mi sia innamorata così tanto di lei da dedicarvi per intero gli ultimi due anni della mia vita. Il mio libro si intitola Goliarda Sapienza. Biografia delle contraddizioni, inedito. Se vi interessa ve ne mando qualche stralcio. grazie per avermi letto spero trovare risposte....

Daniele Passerini ha detto...

Onorato, cara Giovanna, del tuo intervento. E scandalizzato di quanto riferisci, che cioè l'establishment culturale italiano continui a mettere altezzosamente i bastoni tra le ruote al destino luminoso (e giocoforza ineluttabile) di un'opera epocale, un freschissimo fiore all'occhiello della letteratura italiana.

Grazie di considerarmi un recensore. Ovviamente non ne ho né la preparazione né le qualità: diciamo che magari ho usato il cuore più onestamente di quanto molti usino la testa. Ho semplicemente descritto quello che leggere "L'arte della gioia" mi ha suscitato, se vuoi ho restituito, offrendolo a chi passa qui, quello che il libro ha dato a me, grato alla sua autrice di avere avuto bravura, coraggio, lucidità e tenacia per immaginare, affrontare e portare a termine una tale avventura dell'anima.

Ti auguro con tutto il cuore di riuscire a trovare un editore per la biografia di Goliarda e sarei felicissimo di poter ospitare su queste pagine web tutti gli stralci che vorrai inviarmi. Ci stai?

A presto allora, e soprattutto non demordere: un giorno la biografia scritta da te sarà tra i volumi della mia libreria e di tantissimi altri lettori... me lo sento!

P.S. Se ti "accontenti" di un piccolo editore con un catalogo però molto interessante, non dubito che il mio (Mauro Bonanno) sarebbe interessato a pubblicarti.

Anonimo ha detto...

Mentre sei ancora in Egitto io ho appena finito di leggere L’arte della gioia e come promesso ecco le mie impressioni.
Temperamento affascinante quello della protagonista Modesta e stile di vita coerente con il suo essere ‘agnosta’, a detta di se medesima, e quindi non sempre condivisibile da parte di chi ha una fede religiosa; ma forse è proprio questo ciò che permette ad ognuno di noi di trovare almeno un personaggio, un episodio, un dialogo, una riflessione che gli corrisponda o che gli evochi qualcosa come memoria o come desiderio.
Mi ha colpito molto quella domanda ricorrente che Modesta rivolge a se stessa ogni volta che per la prima volta e senza averlo potuto immaginare in anticipo scopre una nuova modalità di espressione dell’amore…
‘E come potevo saperlo io se lui non me lo diceva?’
dove ‘lui’sta ora per Carmine, ora per Mattia, ora per la vita…
Alla fine Goliarda fa formulare questa stessa domanda proprio all’ennesimo amore inaspettato di Modesta quasi a conferma dell’universalità di questo tipo di stupore.
Quanta tenerezza infine e complicità, intimità, serenità e ‘gioia’ in quell’ultimo dialogo:
“- Dormi, Modesta?
- No.
- Pensi?
- Si.
- Racconta, Modesta, racconta.”
Scrittura avvincente, riconducibile a mio avviso a quella di Isabel Allende.
Fin qui le mie impressioni. Ora voglio approfittare di questo spazio per proporti la lettura di un romanzo che io amo molto. Titolo: Che tu sia per me il coltello. Autore: David Grossman.
Infine mi faceva piacere dirti che ho assolto al motivo iniziale per cui è nato questo blog: ho acquistato online il tuo libro ‘22 passi d’amore’.
A presto!
Amina

Daniele Passerini ha detto...

Benritrovata Amina,
eccomi di nuovo qui!

Interessanti le tue osservazioni. Vedi, sono insofferente alle "istituzioni" religiose, ma nutro una viscerale religiosità "naturale" e credo assolutamente in Dio (o qualunque modo si voglia chiamare il Principio da cui è scaturita la fonte della realtà che percepiamo). Ciononostante, com'è successo a te, le peripezie dell'agnosta Modesta mi hanno avvinto: in fondo quel che conta è porsi le domande giuste, mentre qualsiasi risposta è solo un'opinione condivisibile solo da chi possiede gli stessi riferimenti.
L'Arte della gioia, è godibilissimo sotto tanti aspetti: la trama, la scrittura, i contesti storici rievocati... penso non ci sia nulla di banale in quel libro!
Sono contento sia piaciuto anche a te.

Dalle stelle alle stalle!!!
Ti ringrazio per l'acquisto del mio libro.
Però ad essere sincero, dei mie tre lavori, ormai ritengo Ventidue passi d'amore quello più acerbo (seppure più fresco); Sospensioni di Gravità è senz'altro più ricco e maturo, e le 30 poesie scritte per la mostra Donne di Vrindavan sono un ulteriore passo avanti.
Be', aspetto il verdetto...

Daniele Passerini ha detto...

Per Amina,
ho finito di rileggere Al Cambio di luna di Paola Merolli - che ti consiglio a mia volta e di cui ho inserito una recensione nel blog - e ho qui tra le mani Che tu sia per me il coltello: lo inizio adesso. Se ricordo bene di David Grossman ho letto soltanto Vedi alla voce: amore (una ventina d'anni fa!) e mi piacque moltissimo. Buonanotte.

Anonimo ha detto...

Ok, sto cercando di mettermi in pari.
Ho appena ordinato 'Sospensioni di gravità'.
Forse non ci crederai ma difficilmente mi colpiscono le poesie... forse perché ho delle aspettative altissime... chissà perché poi... ma '22 passi d'amore' è proprio un gioiellino...
Non sono stata a Palenque ma ho visitato Chichen Itzà e Machu Picchu e quindi mi sono anche un pò immedesimata con quello che i tuoi occhi hanno visto durante i due viaggi.
Mi ha incuriosito molto la tua recensione su 'Al cambio di luna' per cui lo leggerò senz'altro.
Per quanto riguarda David Grossman, be, io lo adoro! Anni fa ho avuto anche modo di incontrarlo. Per caso, leggendo un manifesto per strada, scoprì che sarebbe venuto a Siena a tenere una specie di conferenza alla Facoltà di Lettere e quindi ci andai, ovviamente con il libro in borsa. Lui è stato fantastico. Di una umanità incrediile. Alla fine della conferenza quando sono andata a farmi fare l'autografo sul libro e gli ho detto che lo avevo letto per ben tre volte lui, visibilmente stupito e lusingato, mi ha scritto come dedica 'To Amina (scritto anche in ebraico!) who loves this book. Thank you! David Grossman'). E pensare che il libro me lo aveva prestato mia sorella. Da allora non è più suo....:-)
Per ora ho finito.
Ciao,
Amina
P.S.: aspettavo le foto delle Piramidi. Finalmente le hai pubblicate!

Anonimo ha detto...

maremma... ma hai già capito tutto del libro...
c'è un punto, allora, del libro che non potrà sfuggirti di sicuro... ne riparleremo quando lo avrai finito di leggere...
A presto,
Amina
P.s. e-mail inviata. Anch'io sono una molto 'cogito ergo sum', dell'Acquario però... :-)

Daniele Passerini ha detto...

Bisogna scollinare le prime 50 pagine di Che tu sia per me il coltello, poi la lettura prende assai. Quello di Grossman è un libro molto diverso da quello di Goliarda Sapienza: sono libri speciali, di quelli che si amano o si odiano!

Moloch981 ha detto...

C'è una recensione molto positiva di questo libro su "Leggere tutti", un mensile che si trova gratis in libreria (io l'ho preso alla Libreria Grande). Sia te sia Luigina me lo consigliate da tanto, ma non mi è mai, finora, "scattata" la voglia di leggerlo: prima o poi... :-) Ciao

Daniele Passerini ha detto...

Ciao Chiara, che ci sia una recensione molto positiva non mi stupisce. Se ne meriterebbe anche più di una!" :)))

Se vuoi te lo presto!

Anonimo ha detto...

Sono d'accordo con quanto dice Giovanna Providenti, cioè spesso si commette l'errore di far coincidere personaggio e autore. Giustamente dice Giovanna: Modesta non è Goliarda!Però onestamente devo dire che il libro non mi ha entusiasmato, l'ho trovato poco attuale e pesante, ridondante come stile, poi queste atmosfere sicule mi sono sembrate retoriche.
Paola Vincenzi

Daniele Passerini ha detto...

@Paola Vincenzi
Non so, è come se mi dicessi che non ti è piaciuto l'abito... a quello non è che ho dato molta importanza, a me è arrivato tutto quello che c'era sotto. Ciao e grazie di avere lasciato un commento

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